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lunedì 22 marzo 2010

Poesie

 .
Una piccola raccolta di poesie dedicate ad Assia Wewill
.
I. L’amante
Jealousy can open the blood
(Sylvia Plath)
Il suo corpo d’ariete mi lava e mi ingrassa.
Ha l’odore del sesso
il suo artiglio mi infilza la parte infetta del cuore.
Addenta. Mi inghiotte boccone a boccone:
prima un dito, poi un occhio, la spalla
risucchia un’arteria, il muscolo dolce.
Sua moglie è la lupa di Romolo e Remo,
il volo nuziale dell’ape regina.
Depone bambini grassi sulle rive dei fiumi;
è la grande madre terra – sempre pregna, pregna.
Ad ogni amore
io partorisco piccoli gnomi di pietra.
Ogni volta che amo impasto una nuova morte.
Non sono più vera
di un sogno che bagna il lenzuolo.
Il fauno mi chiama.
Batte lo zoccolo sotto la luna.
Lo aspetto da sempre,
appesa ad un gancio nel retrobottega.



II. Marionette
I saw the dreamer in her
had fallen in love with me and she did not know it.
That moment the dreamer in me
fell in love with her, and I knew it.
Ted Hughes
“Vede, Signora,
io sua figlia l’ho sempre amata.
Arrivavo ogni mattina con in tasca
pesci vivi, oroscopi e poesie.
Ma la sua bambina aveva nel corpo
lune insanguinate,
viveva nell’impronta infangata di uno stivale.
Il suo odio fermentava con le mele in cantina.
Il suo odio cresceva e cresceva,
strangolava la casa.
Vede, signora,
sono nato in una valle di fantasmi.
Un paese di morti dove di notte
le divise dei soldati marciano vuote lungo le strade.
E ogni sera
la sua bionda bambina mi chiedeva di morire,
ogni volta lasciava un cadavere nel letto.
È che un uomo ha in bocca la fame dei lupi:
ha sempre bisogno di mordere,
di succhiare il selvatico.
Il mio sperma impazziva nei lombi.
Non l’ho cercata, lo giuro.
Mi ha trovato seguendo un’orbita errata di stelle,
nuotando e nuotando contro corrente.
Allargava i suoi occhi nel buio,
fiutava il mio odore col ventre.
La chiamai dalla riva.
Era un luccio gigante,
una cornucopia di luce nella marea del mattino.
Guizzò nell’aria:
aveva un feto nell’iride dell’occhio,
si dibatteva con furia
contro l’uncino del mio sesso.
Ero un baco senza pupille.
Lei mi chiuse le palpebre con dita sudate,
mi avvolse con un filo di bava
nel suo bozzolo d’oro.
E a casa
la sua bambina bella cadeva fra i narcisi.
Si rompeva in mille pezzi,
pura e dolorosa come un grido.
Un crack fra le mie mani, così.
La vita le usciva da un fianco,
il sangue tornava alla terra.
Io non centro, lo giuro.
Fece tutto da sola.”

III. Una santa americana
Now she is flying
more terrible than she ever was, red
scar in the sky, red comet
over the engine that killed her –
the mausoleum, the wax house.
Sylvia Plath
Ci sono amori senza paradiso.
Solitudini che seccano sul grembo
come macchie di parto.
Ted ha messo il suo cuore sotto spirito.
Lei adesso è immortale.
Un altare, una statua,
una icona.
È qui per restare:
sole che nasce all’incontrario,
bocca magica che vomita gigli.
È una madonna azzurra
che brilla sopra il nostro letto.
Ci scruta in silenzio. La bocca dolorosa,
immobile come la luna.
È un geyser che schizza su un continente buio.
Nel suo stomaco fermentano semi,
frumento, bulbi di fiori pronti ad esplodere.
Una divinità preistorica:
corpo di marmo
senza ombelico,
senza padre, né madre.

IV. Gas
and from our opposite continents we wave and call.
Everything has happened.
Sylvia Plath
La bocca del forno è un animale buono,
lo sbadiglio di un cane sdentato.
La cucina è igienica come un crematorio.
Il gas è una sciarpa di seta nell’aria,
ha l’odore pungente delle ascelle di Ted.
Shura dorme attaccata alla mia schiena.
È un piccolo innesto.
Una farfalla nella coperta;
il suo respiro è una garza.
Fuori la luna imbianca
la potatura senza sangue degli alberi.
Il prato è cangiante come una pellicola esposta.
Due pastiglie, perfette come una comunione
e orbito fuori dal mondo.
Ultimo volo sullo Zeppelin
contro l’irriducibile flusso delle maree.
Apro le orchidee dei bronchi
e respiro respiro.
Il cuore mi batte veloce come quello di un feto.
Un airone mi picchia dentro il cervello.
La casa è un polmone chiuso.
Il dolore ha il sibilo azzurro del gas.
Da: Mitolgie Private, in pubblicazione presso le Edizioni Clandestine, ottobre 2007

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