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martedì 23 marzo 2010
video -papa'
06:33 |
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Daddy
06:31 |
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Papà
Non servi, non servi più,
O nera scarpa, tu
In cui trent’anni ho vissuto
Come un piede, grama e bianca,
Trattenendo fiato e starnuto.
O nera scarpa, tu
In cui trent’anni ho vissuto
Come un piede, grama e bianca,
Trattenendo fiato e starnuto.
lunedì 22 marzo 2010
Testi autografi
14:24 |
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Piccola raccolta di testi originali di Sylvia Plath
Piccola raccolta di testi originali di Sylvia Plath
Ted Hughes
13:31 |
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Profile of poet Ted Hughes By Laura Joint - BBC Devon
Yorkshire-born Ted Hughes made Devon his home
The late Poet Laureate Ted Hughes (1930-1998) may have been born in Yorkshire, but he made Devon his home.
He was born Edward James Hughes in Mytholmroyd, but he moved to North Tawton in mid Devon in 1961, and he remained in the county until his death from cancer in 1998.
Hughes' life was a tragic one. After going to Cambridge University, he met American poet Sylvia Plath, and they married in 1956.
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Poesie
13:03 |
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Una piccola raccolta di poesie dedicate ad Assia Wewill.
I. L’amante
Jealousy can open the blood
(Sylvia Plath)
Il suo corpo d’ariete mi lava e mi ingrassa.
Ha l’odore del sesso
il suo artiglio mi infilza la parte infetta del cuore.
Addenta. Mi inghiotte boccone a boccone:
prima un dito, poi un occhio, la spalla
risucchia un’arteria, il muscolo dolce.
Sua moglie è la lupa di Romolo e Remo,
il volo nuziale dell’ape regina.
Depone bambini grassi sulle rive dei fiumi;
è la grande madre terra – sempre pregna, pregna.
Ad ogni amore
io partorisco piccoli gnomi di pietra.
Ogni volta che amo impasto una nuova morte.
Non sono più vera
di un sogno che bagna il lenzuolo.
Il fauno mi chiama.
Batte lo zoccolo sotto la luna.
Lo aspetto da sempre,
appesa ad un gancio nel retrobottega.
La storia tra Assia e Ted: nuove rivelazioni
12:51 |
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Tradito e disperato, il marito della Wevill tento' il suicidio con una dose eccessiva di sonniferi, ma sopravvisse. Assia gli fece visita e - mentre era semi incosciente su una barella- gli confido' che Hughes l'aveva violentata ...
David Wewil appena si riprese scrisse ad Hughes :"Se ti avvicini a mia moglie di nuovo, ti ammazzo ."
Nel 1989, Hughes pubblioco' una mezza dozzina di poesie dedicate ad Assia, che erano rimaste nascose tra le 240 poesie in New Selected Poems.
"Quando la sua tomba ha aperto la sua bocca brutta
Perché non basta volare,
Perché non basta inginocchiarsi sul bordo della tomba
per essere identificati
accusati e condannati?"
In "L'errore". In "The Descent", ha scritto: "...
"le proprie mani, più forte del suo grido soffocato,
hanno preso la figlia da lei.
Spogliata da te,
il vestito ho scorso
Aggrappati al collo, il resto Sole
tra te e il letto
nel mondo sotterraneo ... "
Nel mentre Assia mette al mondo la piccola Shura, Ted intreccia numerose relazioni amorose, prima con Brenda Hedden, un conoscente sposata che frequentava la loro casa, poi Carol Orchard, un'infermiera di vent'anni più giovane che egli avrebbe sposato nel 1970
Hughes era riluttante ad impegnarsi col il matrimonio o a mettere su casa con Assia; continuava a trattarla come un cameriera o al massimo una governante. La maggior parte degli amici di Hughes raccontano che Ted non disse mai nulla contro Shura, ma a detta della sorella Olwyn, non credeva affatto che la bambina fosse sua.
Dopo la morte di Hughes, numerose rivelazioni indicano che Ted era con Assia la notte del suicidio della Plath; nei giorni seguenti la tragica scomparsa, obbligo' la Wevill ad abortire.
Nel 1970 sposò l'ultima amante, Carol Orchard, ora la sua vedova.
Tradito e disperato, il marito della Wevill tento' il suicidio con una dose eccessiva di sonniferi, ma sopravvisse. Assia gli fece visita e - mentre era semi incosciente su una barella- gli confido' che Hughes l'aveva violentata ...
David Wewil appena si riprese scrisse ad Hughes :"Se ti avvicini a mia moglie di nuovo, ti ammazzo ."
Nel 1989, Hughes pubblioco' una mezza dozzina di poesie dedicate ad Assia, che erano rimaste nascose tra le 240 poesie in New Selected Poems.
"Quando la sua tomba ha aperto la sua bocca brutta
Perché non basta volare,
Perché non basta inginocchiarsi sul bordo della tomba
per essere identificati
accusati e condannati?"
In "L'errore". In "The Descent", ha scritto: "...
"le proprie mani, più forte del suo grido soffocato,
hanno preso la figlia da lei.
Spogliata da te,
il vestito ho scorso
Aggrappati al collo, il resto Sole
tra te e il letto
nel mondo sotterraneo ... "
Nel mentre Assia mette al mondo la piccola Shura, Ted intreccia numerose relazioni amorose, prima con Brenda Hedden, un conoscente sposata che frequentava la loro casa, poi Carol Orchard, un'infermiera di vent'anni più giovane che egli avrebbe sposato nel 1970
Hughes era riluttante ad impegnarsi col il matrimonio o a mettere su casa con Assia; continuava a trattarla come un cameriera o al massimo una governante. La maggior parte degli amici di Hughes raccontano che Ted non disse mai nulla contro Shura, ma a detta della sorella Olwyn, non credeva affatto che la bambina fosse sua.
Dopo la morte di Hughes, numerose rivelazioni indicano che Ted era con Assia la notte del suicidio della Plath; nei giorni seguenti la tragica scomparsa, obbligo' la Wevill ad abortire.
Nel 1970 sposò l'ultima amante, Carol Orchard, ora la sua vedova.
giovedì 18 marzo 2010
Assia Wevill
18:05 |
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Assia Wevill viene menzionata nelle biografie di Sylvia Plath, come la donna per la quale Ted Hughes abbandonò la poetessa americana ed è spesso considerata la causa principale del suo suicidio. Nonostante Assia Wevill abbia vissuto accanto a Hughes per sei anni (lo stesso periodo di tempo che il poeta inglese trascorse con Sylvia Plath), e nonostante gli avesse dato una figlia, è praticamente assente dalle biografie di Ted Hughes e non venne nominata nelle interviste che il poeta diede durante la sua vita. La sua presenza fu cancellata dalla sua storia personale.
Assia nacque nel maggio del 1927 a Berlino, da una famiglia di origine tedesca, russa ed ebrea. Trascorse la sua gioventù a Tel Aviv e in Canada. Sposata al poeta canadese David Wevill, la coppia si trasferì a Londra dove Assia lavorò per un’industria pubblicitaria. Nel 1961, la casualità volle che Assia e David affittassero l’appartamento degli Hughes in Chalcot Road, mentre Sylvia e Ted si trasferivano nella casa appena acquistata nel Devon.
Sylvia Plath, Opere
17:51 |
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Sylvia Plath, scrittrice che oppose una posizione di duro rifiuto dell’oppressione maschile, e per questo simbolo delle battaglie femministe negli anni ’60, nacque a Boston nel 1932, da padre entomologo e madre casalinga.
La sua carriera scolastica fu ottima e brillante; scrisse con successo e conseguì molti premi, uno dei quali la condusse a New York, ospite di un’importante rivista del tempo, ma questa città, col suo ritmo di vita frenetico ed ossessionante, in fondo vuota, la sconvolse.
Tornata a casa non riuscì più a dormire, a mangiare, a scrivere. Andò da uno psichiatra che le praticò l’elettroshock, tentò il suicidio, fu salvata, entrò in manicomio.La psicoterapia e gli elettroshock le consentirono di abbandonare ben presto la clinica, e la sua vita riprese con l’università, i corsi di poesia, la tesi di laurea su Dostoewskij e l’amore per il poeta inglese Ted Hughues, che sposò dopo qualche tempo.
Per Sylvia, educata ai valori della società americana, il successo era fondamentale, ma la nuova condizione di moglie era un ricatto continuo alla sua attività di scrittrice.
Ted Hughes: il poeta laureato
17:42 |
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Ted Hughes è nato nel 1930 nello Yorkshire (terreno fertile per la poesia inglese di questo secolo: vi sono nati poeti come Harrison ed Armitage). L’infanzia di Hughes passò in questa regione piuttosto brulla e desolata. Si iscrisse all’Università di Cambridge (insoddisfatto dalle materie letterarie si dedicò allo studio dell’antropologia e all’archeologia). A Cambridge, come detto in precedenza, conobbe Sylvia Plath, la poetessa americana che divenne sua moglie, gli diede due figli e morì suicida nel 1963 a soli trentuno anni. Con lei visse qualche tempo negli Stati Uniti prima di tornare definitivamente in Inghilterra nel 1959. Nel frattempo era uscita la prima raccolta di versi di Hughes The Hawk in the Rain (1957). La sua attività di promotore culturale fu intensa. Partecipò, come detto nell’introduzione, alle riunioni del Group e comunque è sempre stato costantemente al centro, e in prima persona, del dibattito culturale.
Ted Hughes-Birthday Letters e altre poesie
17:13 |
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Una data, l’11 febbraio 1963, che reca con sé il mistero di una scelta, il desiderio di un cammino-vettore che, forse, nessuno avrebbe potuto cambiarne verso, e direzione…
“Verrà la fama. Fama per te, soprattuto.La fama è inevitabile. E quando arriverà
l’avrai pagata con la felicità,tuo marito e la vita”
E il soffio di uno spirito invocato da Ted sul quadrante dello ouija: sapeva, Sylvia, che i morti cantano le proprie litanie?
Segnali. Presagi
-Come il ricordo della zingara di Reims che, “respinta quasi prima che parlasse”, biascicò nella sua direzione – un dito alzato, occhi bile-livore quel “Vous crèverez bientôt” che Sylvia, intenta a scrivere cartoline, probabilmente ignorò, ma che ferì Hughes con il lampo di una maledizione che, per giorni, tentò di neutralizzare rimando vani “talismani di potere, in cynghanedd”.
Sylvia Plath: la scrittura-difesa di una bambina che voleva essere Dio
17:03 |
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di Marina Di Pasquale
………………………………………………………………………………..
Voleva fermare l’attimo e renderlo eterno, squarciare il cielo con la sua scrittura inzuppata di poesia e preparare il pranzo ad autori come Joyce e Virginia Woolf.
Sylvia Plath, la poetessa ebrea americana nata a Boston nel 1932 e morta suicida a Londra l’undici febbraio del 1963, cercava uno spazio sicuro dove rifugiarsi.
Un luogo sincero dove dichiarare il suo essere-nel-mondo senza sperimentare un continuo sentimento di nientificazione.
“Non ho consistenza, sono vuota, dietro gli occhi sento una caverna pietrificata, un abisso infernale […] non so chi sono né dove sto andando…” Le opere di Sylvia Plath, quelle che sono sopravvissute alla sua costante “castrazione artistica”, sono veramente poche se si pensa che per più di vent’anni, questa giovane americana dalle gambe lunghe e dai capelli biondo rossiccio, ha cercato di far coincidere la vita con la letteratura.
Vivere e scrivere, un binomio inscindibile e complicato. Difficile per una scrittrice che non riesce a catturare i suoi pensieri per capire “cosa chiedere alla vita”, sperando di trovare una formula per diventare “perfetta come Dio”.
Impossibile quando anche un semplice foglio bianco si trasforma in un nemico contro cui lottare.“Voglio scrivere perché ho bisogno di eccellere in uno dei mezzi di interpretazione della vita […] La scrittura è necessaria alla sopravvivenza del mio spocchioso equilibrio come il pane per il corpo […] Ho bisogno di scrivere e di esplorare le profonde miniere dell’esperienza e dell’immaginazione, far uscire le parole che esaminandosi, diranno tutto…”
Ogni volta che si trovava di fronte ad una pagina bianca Sylvia cercava di riempirla con un flusso anarchico di parole, “come se” quel foglio fosse un vuoto da colmare, uno spazio intimo su cui imprimere il tempo, le emozioni e i pensieri.
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Voleva fermare l’attimo e renderlo eterno, squarciare il cielo con la sua scrittura inzuppata di poesia e preparare il pranzo ad autori come Joyce e Virginia Woolf.
Sylvia Plath, la poetessa ebrea americana nata a Boston nel 1932 e morta suicida a Londra l’undici febbraio del 1963, cercava uno spazio sicuro dove rifugiarsi.
Un luogo sincero dove dichiarare il suo essere-nel-mondo senza sperimentare un continuo sentimento di nientificazione.
“Non ho consistenza, sono vuota, dietro gli occhi sento una caverna pietrificata, un abisso infernale […] non so chi sono né dove sto andando…” Le opere di Sylvia Plath, quelle che sono sopravvissute alla sua costante “castrazione artistica”, sono veramente poche se si pensa che per più di vent’anni, questa giovane americana dalle gambe lunghe e dai capelli biondo rossiccio, ha cercato di far coincidere la vita con la letteratura.
Vivere e scrivere, un binomio inscindibile e complicato. Difficile per una scrittrice che non riesce a catturare i suoi pensieri per capire “cosa chiedere alla vita”, sperando di trovare una formula per diventare “perfetta come Dio”.
Impossibile quando anche un semplice foglio bianco si trasforma in un nemico contro cui lottare.“Voglio scrivere perché ho bisogno di eccellere in uno dei mezzi di interpretazione della vita […] La scrittura è necessaria alla sopravvivenza del mio spocchioso equilibrio come il pane per il corpo […] Ho bisogno di scrivere e di esplorare le profonde miniere dell’esperienza e dell’immaginazione, far uscire le parole che esaminandosi, diranno tutto…”
Ogni volta che si trovava di fronte ad una pagina bianca Sylvia cercava di riempirla con un flusso anarchico di parole, “come se” quel foglio fosse un vuoto da colmare, uno spazio intimo su cui imprimere il tempo, le emozioni e i pensieri.
Frieda Hughes
16:59 |
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Personali: Nata il 1 aprile 1960 a Londra, Inghilterra. Sposò l'artista ungherese Laszlo Lukacs nel 1996.
ISTRUZIONE: studiato alla scuola di St Martin's of Art, Londra, Inghilterra, dal 1985. Laureato nel 1988 con un BA (Hons).
CARRIERA: Poeta, autore, artista. Ha anche lavorato come cameriera, come impiegato per il collettore delle imposte e il ministero della Difesa, come responsabile vendite di una società di saluto di pubblicazione della carta e per una agenzia immobiliare.
Agente letterario: Ros Edwards e Helenka Fuglewicz,
Edwards Fuglewicz, 49 Great Ormond Street, Londra WC1N 3HZ
Tel.: 020-7405-6725. Fax: 020-7405-6726.
LIBRI PER BAMBINI:
1986: Come liberarsi di Edna (6 racconti per i bambini), pubblicato nel Regno Unito da Heinemann. Sbarazzarsi di zia Edna pubblicato dalla Harper and Row negli Stati Uniti da Illustrated Ed Levine. Pubblicato in edizione economica nel 1988 nel Regno Unito dalla Pan Books Ltd (Young edizione Piper.) Re-illustrato da Scoular Anderson.
Sylvia Plath, Opere
16:55 |
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di Anna Ravano
Sylvia Plath, scrittrice che oppose una posizione di duro rifiuto dell’oppressione maschile, e per questo simbolo delle battaglie femministe negli anni ’60, nacque a Boston nel 1932, da padre entomologo e madre casalinga.
La sua carriera scolastica fu ottima e brillante; scrisse con successo e conseguì molti premi, uno dei quali la condusse a New York, ospite di un’importante rivista del tempo, ma questa città, col suo ritmo di vita frenetico ed ossessionante, in fondo vuota, la sconvolse.
Tornata a casa non riuscì più a dormire, a mangiare, a scrivere. Andò da uno psichiatra che le praticò l’elettroshock, tentò il suicidio, fu salvata, entrò in manicomio.La psicoterapia e gli elettroshock le consentirono di abbandonare ben presto la clinica, e la sua vita riprese con l’università, i corsi di poesia, la tesi di laurea su Dostoewskij e l’amore per il poeta inglese Ted Hughues, che sposò dopo qualche tempo.
Per Sylvia, educata ai valori della società americana, il successo era fondamentale, ma la nuova condizione di moglie era un ricatto continuo alla sua attività di scrittrice.
Inizialmente svolse in modo normale le mansioni di casalinga e di moglie, e la sua creatività non venne meno, anzi, intraprese con successo la strada della poesia, ma poi nacquero i figli e la sua vita cominciò a trascinarsi su un binario monotono, e la maternità, da gesto creativo, diventò fonte di frustrazione e causa di depressione; infine scoprì di essere diventata irrimediabilmente la moglie, con la consapevolezza che, dall’altra parte c’era l’amante, perché il suo Ted la tradiva. Sylvia si separò e portò i figli con sé, cominciando a vivere in ristrettezze economiche.
Così Ted Hughes scacciò il fantasma di Sylvia Plath
16:51 |
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Così Ted Hughes scacciò il fantasma di Sylvia Plath
I rapporti Versi patinati che segnano una presa di distanza: la luce che attenua il calore.
Leggendo il Meridiano da Nicola Gardini e Anna Ravano dedicato a Ted Hughes si fa qualche scoperta. Si scopre che a distanza di quarantacinque anni dal suo suicidio il mito di Sylvia Plath è intatto, intoccabile. Si scopre, parlandone con gli amici, che il confronto con il marito Ted è inevitabile. Si scopre che la grandezza di Ted Hughes, del poeta Hughes, non è indiscussa. Approssimativamente, dentro di me, si era formata la convinzione che Hughes somigliasse al nostro Montale. L’ idea era quella di un percorso analogo: un poeta fino a un certo punto; un altro poeta, verso la fine. Con Lettere di compleanno Ted Hughes esce dal riserbo intorno alla propria persona e vita – in modo chiaro, non più ellitticamente, o per correlati obiettivi. L’ autobiografia al posto delle idee, o di un crudo catalogo dei fatti osservati, fiori, uccelli, animali. Ma questa idea del percorso simile del poeta inglese a quello del poeta italiano, che dopo i tre grandi libri di giovinezza e maturità aveva, con Satura, tutto rovesciato, s’ era portata con sé l’ erronea idea d’ una comparabile altezza delle due voci. A leggere il Meridiano, cominciando dall’ eccezionale saggio di Gardini, che pure ciecamente crede nel suo poeta, e proseguendo con la puntigliosa biografia della Ravano, quando si arriva al testo, alla sua vastità, alla sua incombenza, la percezione si va modificando. No, Ted Hughes non è affatto un poeta grande come Montale. Perché, in effetti, un simile paragone? E qui torniamo alla prima scoperta. Non c’ è lettore del poeta inglese e della poetessa americana che, conversando dell’ uno e dell’ altra, non abbia sentito il bisogno di sottolineare come Ted Hughes fosse superiore, proprio come poeta, alla Plath. In modo così ripetitivo, da far nascere qualche domanda. Che le due biografie si intreccino in modo irrevocabile, si sa. Si sa, anche, quanto si intreccino i due testi, i diari dell’ una e le poesie dell’ altro. Ma questo cosa cambia? Davvero la vita è, rispetto all’ opera, così cruciale? Davvero non si esce dal garbuglio di queste due opere senza separarle e senza separare ciascuna opera dall’ una e dall’ altra biografia? Forse sì.
I rapporti Versi patinati che segnano una presa di distanza: la luce che attenua il calore.
Leggendo il Meridiano da Nicola Gardini e Anna Ravano dedicato a Ted Hughes si fa qualche scoperta. Si scopre che a distanza di quarantacinque anni dal suo suicidio il mito di Sylvia Plath è intatto, intoccabile. Si scopre, parlandone con gli amici, che il confronto con il marito Ted è inevitabile. Si scopre che la grandezza di Ted Hughes, del poeta Hughes, non è indiscussa. Approssimativamente, dentro di me, si era formata la convinzione che Hughes somigliasse al nostro Montale. L’ idea era quella di un percorso analogo: un poeta fino a un certo punto; un altro poeta, verso la fine. Con Lettere di compleanno Ted Hughes esce dal riserbo intorno alla propria persona e vita – in modo chiaro, non più ellitticamente, o per correlati obiettivi. L’ autobiografia al posto delle idee, o di un crudo catalogo dei fatti osservati, fiori, uccelli, animali. Ma questa idea del percorso simile del poeta inglese a quello del poeta italiano, che dopo i tre grandi libri di giovinezza e maturità aveva, con Satura, tutto rovesciato, s’ era portata con sé l’ erronea idea d’ una comparabile altezza delle due voci. A leggere il Meridiano, cominciando dall’ eccezionale saggio di Gardini, che pure ciecamente crede nel suo poeta, e proseguendo con la puntigliosa biografia della Ravano, quando si arriva al testo, alla sua vastità, alla sua incombenza, la percezione si va modificando. No, Ted Hughes non è affatto un poeta grande come Montale. Perché, in effetti, un simile paragone? E qui torniamo alla prima scoperta. Non c’ è lettore del poeta inglese e della poetessa americana che, conversando dell’ uno e dell’ altra, non abbia sentito il bisogno di sottolineare come Ted Hughes fosse superiore, proprio come poeta, alla Plath. In modo così ripetitivo, da far nascere qualche domanda. Che le due biografie si intreccino in modo irrevocabile, si sa. Si sa, anche, quanto si intreccino i due testi, i diari dell’ una e le poesie dell’ altro. Ma questo cosa cambia? Davvero la vita è, rispetto all’ opera, così cruciale? Davvero non si esce dal garbuglio di queste due opere senza separarle e senza separare ciascuna opera dall’ una e dall’ altra biografia? Forse sì.
Sylvia e Anna
16:43 |
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Traduzione di Claudia Rusconi e Gloria Gordigiani
Due poetesse americane, due destini incredibilmente simili: Sylvia Plath e Anne Sexton. Bostoniane entrambe, si conobbero nel 1959 ai seminari di poesia di Robert Lowell. Ne nacquero insieme un’amicizia e una rivalità, fondate sul reciproco riconoscimento delle rispettive, grandi qualità letterarie. Anne veniva da un passato di “casalinga” dell’alta società che aveva deciso di lasciarsi alle spalle per seguire la propria vocazione. Sylvia era combattuta tra un fortissimo bisogno di maternità e l’altrettanto incontenibile desiderio di emergere, di essere riconosciuta e apprezzata come scrittrice. Cercavano ambedue di risolvere con la psicoanalisi i loro problemi, ed erano portatrici di una strabiliante vitalità, solo in apparenza contraddetta dalle pulsioni di morte che non di rado le visitavano. Infine, Sylvia sarebbe morta suicida nel 1963 a Londra, dove s’era trasferita col marito Ted Hughes. Anne l’avrebbe imitata poco più di dieci anni dopo, uccidendosi a Boston nel 1974. Il 25 novembre usciranno due libri importanti per conoscere meglio il loro mondo: da Adelphi, i preziosi Diari di Sylvia Plath e, edita da Le Lettere, la biografia di Diane Wood Middlebrook Anne Sexton – Una vita. Dal primo, presentiamo parte dell’introduzione scritta da Ted Hughes e una selezione di pagine che fanno luce su alcune delle più tipiche figure e ossessioni del mondo della Plath. Dal secondo, brani relativi all’incontro tra le due scrittrici e alla reazione di Anne alla notizia della scomparsa di Sylvia.
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